Partita Iva, Regime Forfetario

Nuovo Regime Forfetario: Tanto..di tutto!

Nuovo Regime Forfetario 2015, i dubbi

Tanti dubbi: il nuovo regime forfetario sostituisce ma non cancella il vecchio regime dei minimi, dando la possibilità di continuare ad usufruirne a chi già vi abbia aderito. Molti in questi giorni in tanti si stanno interrogando sull’opportunità di aprire la partita Iva entro la fine del 2014 aderendo così al vecchio regime dei minimi, che consentirebbe loro di godere dei suoi benefici fino a tutto il 2018 o comunque fino al compimento del trentacinquesimo anno di età. Se si è maturata la convinzione di aprire la partita iva nel corso del 2015 e si hanno i requisiti per rientrare nei regimi agevolati, noi consigliamo di anticipare tutto al 2014, effettuando l’opzione per il regime dei minimi, per poi eventualmente revocarla, anche per fatti concludenti, nel 2015 passando se conveniente al nuovo regime forfetario. Le formalità amministrative e contabili sono simili, in nessuno dei due regimi si applica iva né ritenuta, e quindi entro certi limiti e per una parte d’anno il nuovo regime forfettario ed il vecchio regime dei minimi sono “intercambiabili”.

Tante differenze: il nuovo regime forfettario prevede limiti di ricavi annui diversi a seconda dell’attività economica svolta. Ad esempio, per le attività professionali è previsto un limite annuo (molto basso, tanto che il Premier Renzi ha dichiarato http://bit.ly/1vbxIPh di voler intervenire in merito) di 15.000 euro, per il commercio al dettaglio e all’ingrosso 40.000 euro, attività immobiliari 15.000 euro. Le differenze – marcate – nel nuovo regime vi sono anche per la determinazione del reddito imponibile, ad esempio per i professionisti la percentuale di redditività dei ricavi è del 78%, per il commercio all’ingrosso e al dettaglio la redditività dei ricavi è solo del 40% e invece per le attività immobiliari la redditività dei ricavi è ben dell’86%.

Tanti svantaggi: soprattutto per i professionisti. Questi ultimi, con il nuovo regime forfetario si vedono dimezzare il limite dei ricavi consentiti per l’accesso e la permanenza nel regime agevolato, si passa dai 30.000 euro del vecchio regime ai 15.000 euro del nuovo regime, l’aliquota passa dal 5% del vecchio regime dei minimi al 15% del nuovo regime forfetario, e la determinazione del reddito imponibile avviene in maniera forfetaria al 78% dei ricavi. Interessante invece nel nuovo regime è la previsione per i primi tre anni di attività dell’abbattimento di un terzo del reddito forfetario, in sostanza la tassazione Irpef per i primi 3 anni di attività è del 10% del reddito forfetario. Volendo fare un esempio e tradurre il tutto in numeri, un web designer al primo anno di attività con 14.000 euro di ricavi e 3.000 euro di costi, con il vecchio regime andrebbe a pagare 550 euro di Irpef (5% di 11.000 euro), con il nuovo, invece, pagherebbe 1.092 euro (il 15% di 2/3 del 78% di 15.000 euro).

Per i professionisti, e non solo, la corsa di fine anno all’apertura della partita Iva è iniziata.

Per approfondimenti REGIME DEI MINIMI 2015

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