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Imprenditoria femminile

Open Day Donna: Intervista alla dottoressa Silvia Fongaro

Oggi intervistiamo la dottoressa Silvia Fongaro, esperta in tematiche inerenti la Nuova Impresa in generale e l’Imprenditoria Femminile in particolare. L’intervista riguarda l’esperienza diretta con aspiranti imprenditrici e professioniste già avviate nel contesto dell’ Open Day Donna

D: Dottoressa Fongaro, da quanto si occupa di Nuova Impresa?

R: Diciamo da circa 6 anni. In realtà le problematiche relative alla “nuova impresa” si impara ad affrontarle pian piano, ogni volta che ti si presenta un caso in studio da parte di un potenziale nuovo cliente. Quindi possiamo tranquillamente affermare che questo tema l’ho affrontato da quando ho iniziato la professione.

D: Come ha iniziato il suo percorso di consulente per nuovi imprenditori?

R: Sono stata contattata come consulente dalla C.C.I.A.A. di Padova per il Servizio Nuova Impresa oltre che da associazioni di categoria quali CNA di Mestre e ASCOM di Padova, per fornire un servizio di primo orientamento per coloro che volevano “mettersi in proprio” e diventare imprenditori o liberi professionisti. Ho avuto l’opportunità di scrivere assieme ad altri autori un vademecum su come dare inizio ad una nuova impresa. Queste esperienze mi hanno permesso di approfondire molto le tematiche riguardanti le imprese in fase di start up, che risulta strategicamente la fase più delicata della vita aziendale perché se non si indossa “l’abito adatto per l’occasione” si rischia di percorrere poca strada per gli eccessivi costi o per le sovrabbondanti strutture burocratiche.

D: Mi raccontava che ha avuto l’opportunità di effettuare anche dei veri e propri corsi di orientamento, organizzati in tutta la provincia di Padova, per futuri imprenditori. Ce ne parla?

R: Sono stata Docente di corsi di introduzione al mondo dell’impresa in diversi ambiti della provincia di Padova (a Cittadella, Conselve, Piove di Sacco) e non solo (a Mestre e Treviso). Tali corsi sono stati promossi dalla Camera di Commercio di Padova, oltre che da associazioni di categoria con il supporto dei fondi europei. In tali corsi ho cercato di dare un taglio molto pratico, quasi colloquiale, sul tema di come affrontare “il mondo del lavoro in proprio” cercando di immedesimarmi nelle persone che sedevano tra i banchi. Questi corsi mi hanno dato molta soddisfazione, tant’è che diversi “futuri imprenditori” che sono venuti ad ascoltarmi, sono poi diventati realmente tali e con un buon margine di successo.

D: Ci racconti alcuni aneddoti sulle imprenditrici che ha incontrato durante gli Open Day, qual è l’idea imprenditoriale che l’ha sorpresa maggiormente?

R: Tenga presente che il tempo massimo a disposizione per ogni colloquio all’Open Day è di circa 30 minuti. Questo ristretto margine di tempo mi ha comunque consentito di consigliare molte partecipanti sulla migliore via da percorrere verso un obiettivo di successo. Durante “l’Open Day donna” mi sono trovata davanti a centinaia di persone in fila che aspettavano anche ore per poter ascoltare e ricevere dai vari esperti messi a disposizione i necessari consigli professionali. Io che sedevo dall’altro lato del tavolo come “esperta” riuscivo a cogliere da ogni donna che si sedeva davanti, un duplice sentimento sia di entusiasmo che di speranza con i quali mi porgeva le domande, a volte confuse a volte invece chiare e puntuali. Tutte le donne che sono state all’Open Day erano caratterizzate da un forte desiderio di cambiamento e di indipendenza. I casi che ho affrontato sono stati diversi: dalla signora che aveva appena perso il lavoro e che quindi voleva aprire un’attività in proprio per necessità di sopravvivenza; a donne che invece venivano per chiedere approfondimenti sulla propria attività già avviata, per conoscere le opportunità di finanziamenti o come ottenere maggiore visibilità a livello di marketing. Infine una terza categoria di donne imprenditrici che si sono presentate al mio tavolo erano quelle che avevano già un lavoro come dipendente ma con un’ambizione di crescita che le portava ad aprire anche una nuova attività dove sentirsi più libere ed appagate. Ho notato che spesso molte si fanno catturare da offerte di franchising o da altre idee già preconfezionate che possono essere pericolose perché molto onerose e non sempre rappresentano una fonte sicura di reddito.

D: Qual è l’idea che ha visto nascere e che si è sviluppata con maggior successo, a

suo parere?

R: All’Open Day donna ho visto nascere idee di commercio di articoli di nicchia, come manufatti artistici o articoli di oreficeria, oppure altre idee su attività di prestazioni di servizio spesso collegate al sociale, per non parlare poi delle attività “standard” quali estetista, pittrice, gelataia.

D: Ma non sono certamente tutte rose e fiori… Ci può parlare anche di qualche

esperienza negativa?

R: Mi è capitato un caso di una giovane ragazza molto qualificata che voleva realizzare il suo sogno di produrre in modo artigianale una bevanda non molto conosciuta in Italia, si è attrezzata affittando ed attrezzando un laboratorio comprando tutta l’attrezzatura necessaria per produrla, ha studiato le strategie di marketing più idonee per il confezionamento del prodotto e come sviluppare un sistema di e-commerce. Purtroppo tale prodotto non riuscì a trovare il giusto apprezzamento da parte del mercato e dopo un anno la giovane imprenditrice si è trovata con diverse migliaia di Euro di debiti da saldare, ma fortunatamente si è resa presto conto che era inutile ostinarsi sull’idea, ha trovato un posto di lavoro come dipendente che le piace e con l’aiuto della famiglia si è  organizzata per poter saldare i debiti di impresa che aveva accumulato. Ora il suo motto è “sognando si impara”, senza ombra di dubbio ha molto imparato da questa vicenda!

D: Secondo lei quanto influisce sul buon esito di una nuova impresa di successo

l’appoggio degli attori istituzionali quali ad esempio Camera di Commercio,

Pubblica Amministrazione in genere, Banche?

R: Secondo me il servizio di guida offerto dalle istituzioni è molto importante, purché a dirigere tali servizi siano persone preparate e che seguano fino in fondo l’idea d’impresa. Le banche hanno un ruolo determinante oprattutto agli inizi, mi è però capitato purtroppo di vedere alcuni istituti di credito concedere condizioni iniziali molto vantaggiose, che da lì a poche settimane sono state modificate unilateralmente con la motivazione che il cliente non rispettava il rating bancario e che la banca era stata costretta a modificare le condizioni dell’affidamento, ovviamente in peggio per l’imprenditore…

D: L’appoggio della famiglia secondo la sua esperienza quanto influisce sul

successo dell’impresa, in particolare quella femminile?

R: La famiglia è spesso fondamentale per l’idea d’impresa, e lo hanno capito anche le banche che sovente chiedono le firme dei parenti. Mi è capitato anche di veder nascere imprese senza l’appoggio da parte di nessuno, animate solo dalla passione per il sano business. Quindi si può dire che la famiglia può aiutare, ma se ne può anche fare a meno…

D: Per quanto riguarda l’importante appuntamento dell’Open Day Imprenditoria

Femminile del prossimo 18 e 19 novembre, quali sono le sue aspettative?

R: Ormai è il quarto anno che partecipo all’Open Day in qualità di esperta. Quest’anno dovrò tenere anche due seminari organizzati all’interno dell’evento. Spero di essere all’altezza delle nuove future imprenditrici del 2015, mi aspetto un’affluenza un po’ diversa rispetto all’anno scorso in quanto sono cambiate sia la location che gli organizzatori. Quest’anno l’evento è sviluppato in due manches per permettere a tutte le future imprenditrici di scegliere l’esperto e il tema che più interessa loro e per esso di avere maggiore tempo a disposizione per ciascuna.

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